Riflessioni sul plagio

Devo scrivere questa cosa per evitare che mi corroda dentro. Una persona che ha letto in anteprima il mio secondo libro, non ancora pubblicato, mi ha “accusata” di aver plagiato un famoso libro, “Il signore delle mosche” di Golding.

Partiamo col dire che non avevo mai letto quel libro, l’ho fatto recentemente, per capire se l’accusa era fondata. “Il signore delle mosche” è un romanzo del 1954, parla di un gruppo di bambini che, a causa di un incidente aereo, si ritrovano su un’isola deserta da soli, un po’ come Lost. E qui cito pari pari Wikipedia, i sopravvissuti ”si mettono subito all’opera nel tentativo di auto-organizzarsi e governarsi con regole precise pur essendo senza alcun aiuto né controllo da parte di un’autorità adulta. Ma, molto presto, la loro vita si trasforma in un incubo infernale: qualcosa comincia a non funzionare più come dovrebbe, emergono difatti paure ancestrali del tutto irrazionali e comportamenti antisociali, da cui si sviluppa una vicenda che metterà a nudo gli aspetti più selvaggi e ‘bestiali’ della natura umana.”

La trama non ha nulla a che vedere con quella del mio libro, che si discosta molto anche nel genere, dato che è un paranormal romance. Mi sono sforzata di cercare qualche somiglianza con i personaggi, invece ho notato che uno dei protagonisti del libro di Golding, Piggy, ha parecchi tratti in comune con Chuck di Maze Runner, scritto da James Dashner. Piggy e Chuck sono due bambini grassocci, ingenui e vulnerabili, che si legano al più forte del gruppo in cerca di protezione. Una coincidenza ancora più eclatante è che Piggy e Chuck incontreranno la stessa amara sorte al fine del libro. Chissà se nessuno ha mai fatto questa osservazione a Dashner.

In ogni caso, nel mio libro non ci sono bambini, né personaggi con questi tratti psicologici. L’unica possibile somiglianza che ho trovato è la presenza di una coppia di gemelli, solo che nel Signore delle Mosche sono due maschi, nel mio libro sono due femmine.

Posso accettare ogni critica, se motivata, ma in questo caso penso che l’editor o non ha letto il mio libro oppure non ha letto quello di Golding.

Se giochiamo a “trova le somiglianze” leggete The Giver, romanzo di Lois Lewry del 1993 e poi Divergent di Veronica Roth, scritto nel 2011. Oppure prendete Battle Royale di Koushun Takami, 1996 e confrontatelo con Hunger Games, l’idea di fondo è la stessa, sembra una copia spudorata.

È pur vero che mentre scrivo non prendo spunto da nessun film o libro di mia conoscenza, ma è possibile che i miei gusti influenzino inevitabilmente le mie opere. In Darkness and Hope alcuni hanno riscontrato affinità con Buffy the Vampire Slayer, ma ciò non mi ha dato fastidio, al contrario, adoro quella serie, perciò lo considero un complimento.

Il mio secondo libro, Sorrow and Devotion, sarà pubblicato da Lettere Animate entro pochi mesi, vedremo se qualcun altro farà lo stesso paragone.

Questa volta me lo dico da sola: Be Brave.

Vostra, Angie.

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